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Malattie veneree la gonorrea torna a far paura in Europa
Dal 2008 al 2014 il numero di casi è più che raddoppiato, passando da 8 a 20 ogni 100 mila abitanti.Malattie veneree, sifilide, gonorrea. nomi che sanno di antico, che evocano altri tempi, ormai trascorsi e lontani. Anche l’AIDS, patologia legata al sesso considerata “moderna”, rimanda a ricordi sbiaditi. Eppure le infezioni a trasmissione sessuale sono più che mai di attualità. Lo conferma l’ultimo resoconto pubblicato dal Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie in cui si mostra una chiara e preoccupante tendenza all’aumento dei tassi di diffusione per queste patologie.
In particolare, nei sei anni trascorsi dal 2008 al 2014, il numero di casi di gonorrea in 27 paesi del Vecchio Continente è più che raddoppiato, passando da otto a 20 ogni 100 mila abitanti. Se fino ai primi anni duemila la diffusione di tale patologia era in diminuzione, ora ha ripreso a salire con un aumento del 25 per cento tra il 2013 e il 2014, tornando così a preoccupare.
E a inquietare sono principalmente due aspetti del fenomeno: oltre il 70 per cento di chi contrae l’infezione ha meno di 34 anni e, per la prima volta, nel 2014 il numero di casi tra le donne ha superato quello registrato tra gli uomini. Dati allarmanti viste le potenziali conseguenze negative che l’infezione può avere sulla salute riproduttiva.
Causata dal batterio Neisseria gonorrhoeae, la gonorrea interessa principalmente l’apparto genito-urinario, anche se può intaccare altre mucose come quella orale. Si trasmette principalmente attraverso rapporti e contatti sessuali non protetti e si manifesta con secrezioni purulente a livello genitale e bruciore durante la minzione.
Sintomi che nelle donne sono più lievi e subdoli e, proprio per questo, più pericolosi. Se non trattata, l’infezione può risalire verso l’utero e le tube, minacciando la fertilità della donna. Senza contare il pericolo di trasmissione dell’infezione da mamma a neonato durante il parto, eventualità che può causare nel bambino cecità e patologie articolari.
Nell’uomo la gonorrea è più manifesta, ma anche qui un ritardo nelle cure può portare a pesanti strascichi come prostatiti, infezioni croniche delle vescicole seminali, setticemia.
Donne e giovani minacciati dunque da una malattia che non si credeva potesse ancora impensierire. Eppure siamo nella moderna e ricca Europa, in particolare nel Regno Unito e nei paesi settentrionali del continente dove è più evidente il trend di crescita della patologia. C’è chi sostiene che i casi di gonorrea siano in aumento anche per via dei sempre più diffusi e precisi test diagnostici, ma gli epidemiologi mettono in guardia su un altro aspetto della questione: il livello di guardia e di informazione sulle malattie a trasmissione sessuale si è abbassato, specialmente tra i giovani.
Per i ragazzi di oggi il sesso non è più un tabù, sono più precoci e disinibiti eppure disinformazione e superficialità lasciano risalire la diffusione di patologie che si possono facilmente tenere a bada con più attenzione e con l’uso del profilattico durante i rapporti sessuali. Fenomeno oggi ancor più pericoloso perché lo spettro dell’antibiotico resistenza aleggia anche qui.
L’abuso e la prescrizione inappropriata di antibiotici contribuisce a selezionare varianti batteriche sempre più resistenti alle terapie antimicrobiche e i ceppi di Neisseria gonorrhoeae non fanno eccezione.
Sono saliti a 34 ormai i casi di gonorrea altamente resistenti all’antibiotico azitromicina registrati in Gran Bretagna dalla fine del 2014 a oggi, ma si teme che in realtà i casi siano di più. La terapia contro questa infezione prevede l’uso di azitromicina cui possono essere associate anche cefalosporine come cefixima e ceftriaxone. La resistenza a queste ultime due molecole per il momento è considerata stabile, ma se dovesse aumentare non ci sarebbero altre alternative contro la gonorrea. E non essendoci all’orizzonte nuovi e super antibiotici in arrivo, non resta che cercare il più possibile di evitare il contagio.
Fonte: healthdesk.it
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